Nel corso della riunione della task force del settore florovivaistico del Copa-Cogeca (il Comitato delle Organizzazione agricole e delle cooperative europee) che si è svolta venerdì scorso a Bruxelles, Confagricoltura ha ribadito le richieste per sollevare uno dei comparti che maggiormente sta soffrendo le conseguenze dell’emergenza Coronavirus.
Si tratta solo dell’ultima azione di sensibilizzazione delle Istituzioni nazionali e comunitarie che Confagricoltura sta prevedendo a salvaguardia del comparto florovivaistico, al fine di prevedere adeguati indennizzi e contromisure per compensare le perdite di ricavo e di reddito subite dagli operatori.
“Le misure messe in atto a seguito dell’emergenza Covid-19 – dichiara il presidente di Confagricoltura Ragusa, dott. Antonino Pirrè – hanno provocato un crollo delle vendite dei prodotti florovivaistici ed una drastica riduzione dei fatturati delle aziende impegnate nella produzione, vendita e manutenzione del verde. L’area iblea, nella quale ricadono numerose e importanti imprese che operano nel settore, è particolarmente colpita dagli effetti economici nefasti di questa crisi”.
“Nonostante il recente chiarimento arrivato da Palazzo Chigi – aggiunge Pirrè – che consente la vendita al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti e di altri prodotti simili perché rientra nelle attività di produzione, trasporto e commercializzazione di prodotti agricoli ammesse dal Dpcm del 22 marzo 2020, il settore continua a soffrire per l’ancora difficile collocazione del prodotto”.
“Continua, inoltre, la sospensione dell’attività della cura e manutenzione del verde. Un comparto che fattura circa 1,8 miliardi annui a livello nazionale e dà lavoro a circa 40mila addetti. Ogni mese di fermo, quindi, rappresenta in media non meno di 150 milioni di euro di giro di affari; una cifra sottostimata se si considera che in questi mesi primaverili l’attività è decisamente superiore”.
“Come Confagricoltura – conclude il presidente Pirrè – abbiamo chiesto al governo di soprassedere alla sospensione di questa attività (perlomeno per quanto riguarda la cura e manutenzione di parchi, giardini, verde pubblico, impianti sportivi, anche per evitare il degrado degli investimenti verdi) e di prevedere un adeguato ristoro – a valere di risorse nazionali o comunitarie – per il mancato fatturato in questo periodo di sospensione”.
Confagricoltura ricorda che il settore florovivaistico italiano, con una superficie coltivata di 29mila ettari e 27mila aziende, produce un giro d’affari di circa 2,9 miliardi di euro l’anno (1,32 miliardi di euro di fiori recisi e piante in vaso e 1,55 miliardi di euro di piante ornamentali) ed impiega oltre 100mila addetti lungo tutta la filiera.
Sulla base di tali valori Confagricoltura aveva presentato già a fine marzo, a Bruxelles, le sue prime stime sui danni al comparto che, se l’emergenza dovesse proseguire, dovrebbero essere riviste in termini più preoccupanti. A queste dovrebbero poi aggiungersi quelle relative ai danni subiti dalle imprese dedite alle attività per la manutenzione del verde.
Tra le misure necessarie da mettere in campo rapidamente, Confagricoltura ha avanzato le seguenti richieste: moratorie mutui, finanziamenti e pagamenti per le aziende; cassa integrazione per i lavoratori derogando alle attuali regole; rinvio pagamento contributi previdenziali ed imposte; sostegno al reddito per gli agricoltori anche in forma associata, attraverso strumenti che valorizzino il prodotto ancorché non venduto sul mercato; sblocco dei pagamenti dei contributi per le aziende in graduatoria PIF e PSR che hanno già sostenuto gli investimenti. Alle Istituzioni comunitarie, inoltre, si chiede di prevedere idonee misure eccezionali tipo quelle previste dal Reg. n. 1308/2013 “Ocm unica” per alleviare le perturbazioni di mercato determinatesi a seguito della diffusione del Covid-19.
Al termine del periodo di emergenza sarà necessario, infine, promuovere una campagna di sensibilizzazione della popolazione affinché tutti “si regalino un fiore” per ripartire e tornare a sperare in un futuro.
Ragusa, 6 aprile 2020
L’addetto stampa
Bartolo Lorefice